SENTENZA DEFINITIVA SUL SISTEMA ALIMENTARE ITALIANO
Sentenza Definitiva sul Sistema Alimentare Italiano Emessa dal Tribunale Laura Girardello
[Data: 1 ottobre 2025]
VISTO l'Atto d'Accusa (denominato anche "Dossier sulla Brutalità della Tanatodossìa Alimentare Italiana") pubblicato da questo Tribunale, che documenta e denuncia le responsabilità specifiche della Cucina d'Autore e dell'Alta Pasticceria nella perpetuazione di un sistema basato sull'abominio etico, l'attentato alla salute pubblica, l'ingiustizia sociale e il danno ambientale;
CONFERMATO il Verdetto sulla Cucina Italiana Specista del 10 Marzo 2025, che ne ha dettagliato le colpe specifiche (negazione dei diritti animali, legittimazione dello sfruttamento, alimentazione dello specismo, ostacolo al vegItalianesimo, danno sociale complessivo) e le aggravanti culturali radicate nel patrimonio identitario italiano;
VISTI i precedenti Verdetti di Colpevolezza emessi nei confronti del Governo Italiano ("specismo di Stato sistemico"), dell'Industria Zootecnica Italiana ("genocidio specista industriale"), del Ministero dell'Agricoltura ("collusione specista di sistema"), della Filiera Agroalimentare ("sfruttamento sistemico specista"), dell'Industria Pubblicitaria Italiana ("inganno commerciale specista") e del Sistema Educativo Italiano ("plagio specista"), le cui motivazioni dettagliate formano parte integrante del contesto di questa Sentenza;
CONSIDERATA la flagrante e continua violazione della biodignità intrinseca ad ogni essere senziente, fondamento misconosciuto su cui si regge il sistema carnista dominante, esso stesso radicato nel più profondo veleno culturale dell'antropocentrismo e dello specismo;
AFFERMATO il principio etico fondamentale e irremovibile ('dogma') di questo Tribunale: la Senzienza conferisce Soggettività e Diritti inalienabili (vita, libertà, integrità psico-fisica, dignità) che rendono eticamente inaccettabile qualsiasi forma di uso strumentale, sfruttamento o uccisione non necessaria di un essere senziente, indipendentemente dalle condizioni di presunto "benessere" o dalla presunta "gentilezza" dell'uso stesso;
RICONOSCIUTO che lo stesso sistema di dominio, violenza e sfruttamento che opprime gli animali non umani – basato sulla reificazione e sulla negazione dei diritti fondamentali – genera, direttamente o indirettamente, profonde ingiustizie, sofferenze e continue, spesso cruente, violazioni dei diritti anche per gli esseri umani, specialmente i più vulnerabili (attraverso danni ambientali che colpiscono comunità marginalizzate, insicurezza alimentare globale, rischi sanitari diffusi, condizioni di lavoro degradanti nelle filiere dello sfruttamento, disuguaglianze economiche aggravate);
RIBADITO il dovere morale ineludibile di questo Tribunale, investito del mandato morale dalle vittime animali non umani, di non limitarsi alla denuncia ma di indicare la via per il necessario e radicale cambiamento verso una Giustizia Verde che abbracci tutti gli esseri viventi e prima l’Italia e poi il pianeta, liberando sia gli animali non umani che quelli umani dalle catene interconnesse dell'oppressione;
Il Tribunale Laura Girardello
SENTENZIA E DECRETA QUANTO SEGUE:
SEZIONE I: RICONOSCIMENTO ETICO E GIURIDICO DELLA BIODIGNITÀ ANIMALE E DEI DIRITTI FONDAMENTALI
Art. 1 (Riforma Costituzionale e Legislativa Fondamentale): Il Governo e il Parlamento della Repubblica Italiana sono tenuti ad avviare immediatamente l'iter per:
- a) L'aggiornamento dell’articolo 9 della Costituzione per riconoscere esplicitamente gli animali come esseri senzienti, soggetti di diritto e titolari di diritti fondamentali inalienabili (vita, libertà, integrità psico-fisica, dignità, non-sottoposizione a tortura), in linea con le indicazioni del mondo scientifico (non violento) e filosofico che comprovano la senzietà animale.
- b) La riforma del Codice Civile per abolire la classificazione degli animali come "beni mobili".
- c) La riforma del Codice Penale per inasprire drasticamente le pene per ogni reato contro gli animali, introducendo nuove fattispecie criminali specifiche che riflettano la gravità di concetti quali 'genocidio specista industriale', 'specismo di Stato', 'plagio specista', 'sfruttamento sistemico specista', 'inganno commerciale specista', e garantendo l'effettiva applicazione delle pene.
SEZIONE II: TRANSIZIONE ECONOMICA E RICONVERSIONE AGRO-ZOOTECNICA
Art. 2 (Stop Finanziamenti allo Sfruttamento Animale): Cessazione immediata e totale (entro 2026) di ogni forma di finanziamento pubblico (sussidi diretti/indiretti nazionali/regionali/europei, agevolazioni fiscali, fondi PNRR mal direzionati) all'industria zootecnica, ittica, venatoria, e a tutte le attività basate sullo sfruttamento animale (circhi, pellicce, sperimentazione non etica, ecc.). Blocco immediato di ogni nuovo investimento pubblico in tali settori.
Art. 3 (Investimenti Strategici nel Futuro Vegetale - PNRR come Leva): I fondi liberati dall'Art. 2, insieme a quote significative dei fondi PNRR (pilastri Transizione Ecologica, Rivoluzione Verde, Ricerca, Inclusione) e altri stanziamenti nazionali/europei, devono essere massicciamente reinvestiti per creare i nuovi settori economici dell'era VegItaliana e realizzare i connessi benefici economici per lo Stato Italiano. Tali benefici includono significativi risparmi nel settore sanitario (derivanti dalla riduzione delle malattie croniche legate all'alimentazione carnea e dal minor rischio di pandemie zoonotiche) e benefici ambientali con ricadute economiche positive (risparmi da mitigazione climatica, valorizzazione biodiversità tramite ecoturismo e servizi ecosistemici, risparmio risorse idriche, riduzione costi da inquinamento). Gli investimenti devono prioritariamente sostenere:
- a) L'Agricoltura Vegetale Innovativa: Incentivi, supporto tecnico e formazione per la transizione completa degli agricoltori/allevatori verso coltivazioni vegetali biologiche, agroecologiche e rigenerative per consumo umano diretto, creando nuove opportunità di lavoro.
- b) L'Industria Trasformativa Vegana: Finanziamenti per Ricerca e Sviluppo e produzione di alternative vegetali etiche e di alta qualità, utilizzando materie prime euro-mediterranee e processi minimi, creando un nuovo "100% Made in Italy" VegItaliano competitivo per mercato interno ed export, allineandosi alle tendenze globali.
- c) La Bioeconomia Circolare: Sostegno all'utilizzo di risorse vegetali e scarti per produrre biomateriali, energia pulita e altri prodotti innovativi.
- d) L'Agricoltura Biologica Decentralizzata per ogni provincia e le piccole/medie agricolture locali per ogni Comune al fine di garantire sovranità alimentare locale e filiere cortissime.
- e) Il Turismo Sostenibile e Gastronomico Vegano.
- f) Lo Sviluppo Strategico dell'Industria Conserviera Vegetale Naturale: Potenziamento della capacità nazionale di trasformazione e conservazione di prodotti vegetali (in vetro e altri materiali sostenibili), promuovendo metodi naturali senza conservanti artificiali che preservino al meglio le qualità nutrizionali e organolettiche, valorizzando le produzioni locali e stagionali per garantire disponibilità, ridurre sprechi e importazioni.
Art. 4 (Piano Nazionale di Riconversione Zooagroalimentare): Il Governo e il Ministero dell'Agricoltura devono attuare un Piano con cronoprogramma vincolante (come da Roadmap, Sez. VII) per:
- a) Stop immediato (entro 2026) a nuove costruzioni/ampliamenti di allevamenti/macelli.
- b) Dismissione progressiva, conclusa entro le scadenze della Roadmap, di tutte le attività di allevamento intese come riproduzione e macellazione. Gli allevamenti intensivi verranno chiusi immediatamente recuperando gli animali (Art. 8). Per gli animali già presenti in sistemi estensivi/pascolo/pastorizia, si gestirà una transizione verso l'estinzione naturale della popolazione: sarà vietata ogni nuova riproduzione e la macellazione, garantendo condizioni di vita libere e dignitose fino a morte naturale, con il solo possibile utilizzo temporaneo di latte/uova (come da Art. 17 e Roadmap Fase 2030) e nessun'altra forma di sfruttamento (lana, cuoio, ecc.), gestendo il tutto in modo socialmente ed ecologicamente responsabile.
Art. 5 (Tutela e Riqualificazione dei Lavoratori): Istituzione immediata di un Fondo Nazionale per la Riconversione Occupazionale finanziato adeguatamente (anche con fondi PNRR), per garantire sostegno economico e programmi efficaci di formazione e ricollocamento a tutti i lavoratori dei settori basati sullo sfruttamento animale. Particolare attenzione sarà dedicata agli ex-pescatori, le cui competenze saranno valorizzate in attività di tutela e monitoraggio marino/costiero (controllo inquinamento, vigilanza bracconaggio, ripristino habitat, supporto ricerca, guide ecoturistiche, pulizia fondali), e agli ex-pastori, reimpiegabili nella gestione sostenibile del territorio (prevenzione incendi, manutenzione rurale, riforestazione, agricoltura specializzata, gestione aree protette), assicurando lavoro dignitoso e ben retribuito nei nuovi settori dell'economia verde e della cura animale/ambientale.
SEZIONE III: TUTELA AMBIENTALE, TERRITORIALE E ANIMALE
Art. 6 (Risanamento e Restituzione alla Natura): Attuazione di un piano nazionale per la bonifica ambientale dei territori inquinati da zootecnia/macelli e per il ripristino degli ecosistemi (riforestazione, tutela biodiversità, riduzione inquinamento aria/acqua). I terreni liberati (richiedendo l'allevamento molta più terra) devono essere restituiti alla natura o destinati ad agricoltura vegetale sostenibile. Difesa rigorosa delle aree protette. Questo garantirà anche risparmio di risorse idriche, maggiore efficienza nell'uso del territorio, contribuirà alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla maggiore sicurezza alimentare di un sistema vegetale più resiliente.
Art. 7 (Abolizione Immediata della Caccia e Obbligo di Metodi Non Cruenti): Si decreta l'abolizione immediata, totale e incondizionata della pratica della caccia (sia sportiva/ricreativa che di presunto "controllo") su tutto il territorio nazionale. Tale abolizione si fonda sul riconoscimento della piena senzienza degli animali selvatici e del loro diritto fondamentale alla vita e a non subire sofferenze inutili imposte dall'uomo. Ci sono soluzioni di gestione e prevenzione non cruente e rispettose della vita, per quanto possano risultare più complesse, "antipatiche" o "laboriose" (come dimostrano le ricerche e le applicazioni su controllo non letale della fertilità, recinzioni e dissuasori efficaci, gestione dell'habitat e dei rifiuti, corridoi ecologici, assicurazioni, educazione alla coesistenza). La caccia e gli abbattimenti selettivi rappresentano una scorciatoia primitiva, facile solo in apparenza, comoda solo per chi la pratica, e intrinsecamente violenta, spesso scientificamente inefficace o controproducente per il controllo demografico a lungo termine, e comunque indegna di una società che si definisce civile e responsabile. Pertanto, ogni forma di caccia e abbattimento deliberato di fauna selvatica (salvo casi estremi e certificati di legittima difesa individuale) viene categori
camente bandita da questo Tribunale come pratica illegittima.
Art. 7bis (Abolizione Immediata della Pesca): Si decreta l'abolizione immediata, totale e incondizionata di ogni forma di pesca (sia sportiva/ricreativa che commerciale/professionale/industriale) nelle acque interne e marine italiane. La motivazione risiede primariamente nel riconoscimento etico della senzienza dei pesci e degli altri animali acquatici e del loro diritto alla vita e alla non-sofferenza, sistematicamente violati dai metodi di cattura e uccisione. A ciò si aggiunge l'urgenza inderogabile derivante dalla comprovata e catastrofica devastazione ecologica causata dalla pesca moderna: il sovrasfruttamento ha portato al collasso o al grave declino la stragrande maggioranza degli stock ittici; metodi come le reti a strascico distruggono habitat marini fondamentali (praterie di posidonia, coralli); il bycatch causa la morte accidentale di un numero incalcolabile di animali marini non bersaglio, incluse specie protette come cetacei, tartarughe e uccelli; l'inquinamento da attrezzature da pesca abbandonate (reti fantasma) continua a uccidere per decenni. Le teorie sulla "pesca sostenibile" si sono rivelate, nella pratica su larga scala, una mistificazione incapace di arginare il disastro ecologico. Considerata la non necessità del consumo di pesce per la salute umana (essendo gli Omega-3 e altri nutrienti ottenibili da fonti vegetali/algali) e la disponibilità di alternative alimentari DVI, la pesca si configura come una pratica eticamente indifendibile e ambientalmente suicida che deve cessare immediatamente.
Art. 7ter (Divieto di Altre Forme di Sfruttamento Animale): Contestualmente all'abolizione di caccia e pesca, si decreta il divieto assoluto su tutto il territorio nazionale di ogni forma di commercio di animali (vivi o morti, o loro parti, inclusi pellicce e prodotti derivati da crudeltà non alimentare). È altresì decretata la cessazione immediata dell'uso di animali nei circhi e in altre forme di spettacolo o intrattenimento (palii, corse, sagre con animali). Si ordina inoltre la dismissione progressiva ma rapida degli zoo e acquari che non abbiano finalità esclusivamente di conservazione ex situ per specie realmente a rischio, garantendo comunque condizioni di vita ottimali agli animali già presenti e vietando nuove acquisizioni o riproduzioni non finalizzate a programmi di reintroduzione certificati e credibili.
Art. 8 (Liberazione e Santuari): Implementazione immediata di un piano nazionale per il recupero e la messa in sicurezza di tutti gli animali attualmente detenuti, prioritariamente quelli provenienti da allevamenti intensivi o in condizioni di sofferenza. Affidamento di questi animali a Santuari permanenti, sicuri e protetti, gestiti da enti/individui competenti (animalisti, vegani, antispecisti) e finanziati adeguatamente da fondi pubblici obbligatori, garantendo loro una vita dignitosa fino a morte naturale. Per gli animali in sistemi estensivi in via di dismissione naturale (Art. 4b), si garantiranno condizioni di vita dignitose in loco fino a morte naturale, o ricollocamento in santuari ove possibile e necessario.
Art. 9 (Controlli Indipendenti - Fase Transitoria): Fino alla completa dismissione, istituzione di un Corpo Ispettivo Indipendente con poteri reali e risorse adeguate per controlli rigorosi, frequenti e senza preavviso sul rispetto delle norme di benessere animale (da rendere comunque più stringenti e finalizzate alla vita naturale), con sanzioni severissime e obbligo di trasparenza totale.
SEZIONE IV: RIFORMA EDUCATIVA E CULTURALE PER LO SRADICAMENTO DELLA TANATODOSSIA ALIMENTARE
Art. 10 (Rivoluzione Educativa): Il Sistema Educativo Italiano (MIUR, scuole, università) deve attuare una riforma radicale per:
- a) Integrare in modo obbligatorio e trasversale l'educazione alla biodignità animale, all'etica interspecifica, al pensiero critico sul tanatodossico/specismo/antropocentrismo e ai principi della Dieta VegItaliana come paradigma alimentare etico e sostenibile in tutti i curricula, fin dalla scuola dell'infanzia.
- b) Epurare tutti i materiali didattici da contenuti specisti, antropocentrici o fuorvianti, introducendo prospettive antispeciste, la storia dei diritti animali e informazioni corrette sulla realtà animale e sulla validità nutrizionale della DVI.
- c) Formare obbligatoriamente i docenti su questi temi con metodologie antispeciste, avvalendosi anche di esperti esterni qualificati.
- d) Vietare ogni uso di animali vivi per sperimentazione/dissezione, promuovendo metodi alternativi etici e validi.
- e) Promuovere attivamente il vegItalianesimo come scelta etica e salutare negli ambienti scolastici/universitari.
Art. 11 (Verità e Libertà per l'Infanzia): In linea con l'Art. 10 e la Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia, deve essere garantito il diritto inalienabile dei bambini a ricevere un'informazione completa, trasparente, veritiera e adeguata alla loro età sull'origine del cibo (inclusa la realtà non edulcorata di allevamenti e macellazione) e sulle implicazioni etiche, ambientali e sanitarie delle scelte alimentari. Bisogna smettere di nascondere la verità per presunta "protezione", atto che configura un "plagio specista". È necessario nutrire e valorizzare la loro empatia innata verso gli animali, fornendo loro gli strumenti per sviluppare un pensiero critico e compiere scelte alimentari consapevoli basate sul rispetto per ogni forma di vita, liberandoli dalla "prigione della tanatogastronomia" imposta dalla cultura dominante fin dai primi mesi.
Art. 11bis (Primato del Nutrimento Materno Umano e Critica alla Sua Sostituzione): Si riconosce e si afferma il valore insostituibile dell'allattamento al seno umano come primo e fondamentale atto di nutrimento etico, sano e specie-specifico, capace di nutrire corpo, anima e spirito del bambino in perfetta armonia e senza alcuna forma di violenza o sfruttamento. Si decreta che le politiche sanitarie ed educative debbano promuovere attivamente e sostenere l'allattamento materno prolungato, idealmente fino ad almeno i 3-4 anni di vita del bambino, ove possibile e desiderato dalla madre, come paradigma di un nutrimento che rispetta la biodignità e il legame madre-figlio. Contestualmente, si condanna la pratica diffusa, promossa dalla Tanatodossìa Alimentare e spesso da interessi commerciali, di sostituire prematuramente o inutilmente il latte materno umano con latte artificiale (quando non strettamente necessario per cause mediche maggiori) o, peggio, con il latte di altri animali non umani. Tale sostituzione non solo può comportare rischi per la salute del bambino, ma lo introduce precocemente alla logica dello sfruttamento animale e della reificazione dell'essere senziente, deviando dal principio del nutrimento originario e specie-specifico e ponendo le basi per l'accettazione della Tanatodossìa.
Art. 12 (Riforma della Comunicazione Pubblica):
- a) Il Governo e le Istituzioni Culturali (inclusa la RAI come servizio pubblico) devono lanciare massicce e continue campagne di informazione pubblica sulla realtà della Tanadossia alimentare, sui benefici multidimensionali della transizione VegItaliana, e sui contenuti di questa Sentenza, promuovendo consapevolezza critica.
- b) L'Industria Pubblicitaria deve rispettare il divieto assoluto di pubblicità ingannevole, specista, irrispettosa o che sfrutti target vulnerabili, con sanzioni severe e promozione attiva di pubblicità etica e vegItaliana.
- c) I media devono abbandonare la spettacolarizzazione farsesca e acritica della tanatogastronomia e del Veleno Bianco, adottando serietà, responsabilità educativa, e dando spazio a rappresentazioni positive della DVI e a voci critiche del sistema tanatodossico.
Art. 13 (Decostruzione Culturale, Rieducazione del Gusto e Stile di Vita): È necessario un cambiamento culturale profondo, sostenuto da politiche attive che favoriscano ritmi di vita meno frenetici, la valorizzazione del tempo per la preparazione consapevole del cibo e la convivialità non carnista. Bisogna sfidare la "tradizione" usata come alibi, ridurre il consumismo, e promuovere la riscoperta del gusto autentico. Questo richiede una de-programmazione sensoriale collettiva per liberare la 'memoria gustativa' dalla dipendenza da sapori artificialmente intensi (sale, zuccheri, grassi animali), rieducando il palato ai sapori vegetali come parte integrante della rivoluzione culturale VegItaliana.
SEZIONE V: TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA ALIMENTARE E GOVERNANCE
Art. 14 (Offerta e Ristorazione VegItaliana): Deve essere garantita per legge l'offerta obbligatoria, accessibile, di qualità e con pari dignità/visibilità di opzioni VegItaliane in tutta la ristorazione collettiva e commerciale.
Art. 15 (Formazione e Innovazione Culinaria VegItaliana): Le scuole di cucina devono porre al centro la DVI. Si devono promuovere ricerca, sviluppo, competizioni e premi per la cucina VegItaliana. Va sviluppato un marchio "VegItaliano Autentico". Collaborazioni con produttori DVI vanno incentivate.
Art. 16 (Governance Bioeticagricola Partecipata): È necessaria una nuova governance nazionale e locale per guidare la transizione, basata sulla partecipazione democratica di tutti gli attori (agricoltori impegnati nella transizione DVI, trasformatori etici, consumatori consapevoli, associazioni animaliste/vegane/ambientaliste, scienziati non specisti, istituzioni illuminate) e sui principi guida di Etica (antispecista), Sostenibilità, Salute, Giustizia Sociale.
Art. 17 (Patentino Dieta Mediterranea come Transizione): Come strumento transitorio (valido fino al 2050) per elevare gli standard attuali e facilitare il percorso verso la DVI, si istituisce un "Patentino di idoneità culinaria alla Dieta Mediterranea Autentica", rilasciato dal Ministero della Salute a chi opera in pubblico. Attesta la conoscenza e l'applicazione dei veri principi (abbondanza vegetale, qualità, cotture sane, porzioni equilibrate, stagionalità, basso impatto), escludendo derive iper-carniste e iper-processate. Un "bollino" apposito, simbolo di qualità e impegno verso un modello migliore per umani, animali e pianeta, identificherà le strutture certificate, valido nel percorso verso la DVI. Si incoraggiano anche i cuochi casalinghi a seguire questi principi nel loro fondamentale ruolo educativo.
Art. 17bis (Sviluppo Industria Conserviera Vegetale Naturale): Si decreta la necessità di un Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo e il potenziamento dell'industria di trasformazione e conservazione dei prodotti vegetali (in vetro e altri materiali sostenibili), privilegiando metodi naturali senza conservanti artificiali e processi che garantiscano la massima qualità nutrizionale e organolettica, valorizzando le produzioni locali e stagionali per assicurare disponibilità tutto l'anno, ridurre sprechi e dipendenza dall'import.
Art. 17ter (Etica e Futuro dell'Alimentazione per Animali Carnivori Conviventi): Il Tribunale riconosce la complessità etica derivante dalla necessità biologica di nutrire animali strettamente carnivori (come i felini) o con esigenze nutrizionali specifiche, che vivono sotto la nostra tutela (in abitazioni, colonie protette, santuari, ecc.). Si afferma che il dovere primario attuale dei tutori è garantire la salute e il benessere di questi individui, anche se ciò può temporaneamente richiedere l'uso di alimenti contenenti ingredienti di origine animale, generando un'incoerenza con l'obiettivo finale del Vegitalismo.
Tuttavia, questa situazione transitoria non può diventare un alibi per perpetuare indefinitamente lo sfruttamento di altri animali per nutrire quelli sotto la nostra cura. La vera soluzione etica risiede nell'accelerazione della ricerca scientifica e tecnologica, che questo Tribunale ordina di sostenere con forza (Art. 3 e Art. 15). L'obiettivo è sviluppare e rendere accessibili su larga scala alternative nutrizionalmente complete e sicure che non derivino dall'uccisione o dallo sfruttamento di altri esseri senzienti, quali:
- Nuove metodiche di produzione di proteine e componenti essenziali ottenuti eticamente senza alcun prelievo da animali e senza sfruttamento né sofferenza, includendo specificamente quelle derivanti da processi di fermentazione di precisione (utilizzando microrganismi per produrre nutrienti specifici) o da forme di agricoltura cellulare che non implichino l'uso di cellule animali. Si esclude categoricamente l'utilizzo di insetti come fonte proteica.
- Formulazioni avanzate a base vegetale, scientificamente validate per soddisfare pienamente le esigenze nutrizionali specifiche.
- Tutte le suddette alternative dovranno essere rigorosamente adattate per un'alimentazione fisiologicamente appropriata per le specie carnivore o con particolari necessità metaboliche, garantendo il pieno soddisfacimento delle loro esigenze biologiche e senza mai pregiudicare il loro benessere complessivo.
Il Tribunale afferma con fiducia che "niente è impossibile" per l'ingegno umano quando guidato da un'etica di rispetto per tutta la vita. La transizione verso la DVI per gli umani deve accompagnarsi a un impegno parallelo per trovare soluzioni etiche e sostenibili anche per l'alimentazione degli animali carnivori che vivono sotto la nostra tutela, nel pieno rispetto della loro e altrui biodignità.
SEZIONE VI: APPELLO AI CUOCHI E DIRITTO DI REPLICA
Art. 18 (Appello ai Cuochi): Si reitera l'appello ai cuochi: quelli di buona volontà devono guidare il cambiamento (50% DVI, promotori); quelli resistenti devono riconsiderare la loro professione. La corporazione tanatodossica è chiamata a rispondere.
Art. 19 (Diritto di Replica): Il Tribunale ha il dovere morale ineludibile di dare voce e tutela alle vittime. Questo dovere è esso stesso il fondamento del diritto motivato di critica radicale. Pur affermando la necessità di questa accusa, riconosce e accoglie il diritto di replica, purché sia ragionevole, argomentato, credibile e tenga conto non solo di questa Sentenza e del dossier (l'Atto d'Accusa) ma anche degli approfondimenti reperibili sul sito Vegitalianesimo.it.
SEZIONE VII: ROADMAP DETTAGLIATA PER LA TRANSIZIONE VERDE (Sintesi)
Per garantire concretezza e dimostrare la serietà dell'impegno richiesto, basandosi sulla crescente consapevolezza pubblica, sull'innovazione tecnologica possibile, sulla volontà politica qui decretata e sull'urgenza etica, sanitaria e ambientale non più ignorabile, si delinea la seguente roadmap temporale vincolante (la cui fattibilità è sostenuta dalla convergenza di questi fattori):
- Entro 2026: FONDAMENTA.
Stop nuove strutture di sfruttamento (Art. 4.a). Stop sussidi zootecnici (Art. 2). Avvio Piani Nazionali (Riconversione Agro-Zootecnica Art. 4, Riconversione Occupazionale Art. 5). Avvio Riforme (Costituzione/Leggi Art. 1, Educazione Art. 10, Pubblicità Art. 12). Avvio Liberazione Animali/Santuari (Art. 8). Obbligo opzioni vegane mense pubbliche (Art. 14).
- 2026-2029: ACCELERAZIONE.
Piena implementazione investimenti PNRR/nazionali/UE su agricoltura DVI e alternative (Art. 3). Dismissione progressiva allevamenti/macelli (Art. 4.b). Campagne informative massive (Art. 12.a). Formazione capillare (lavoratori, docenti, sanitari) (Art. 5, Art. 10.c). Rafforzamento controlli transitori (Art. 9). Introduzione e diffusione Patentino Dieta Mediterranea (Art. 17). Drastica riduzione offerta carne/pesce nella ristorazione collettiva.
- Entro 2030: TRANSIZIONE VEGETARIANA.
Adozione standard minimo latto-ovo-vegetariano (basato sui principi autentici della Dieta Mediterranea, interpretata in chiave prevalentemente vegetale e utilizzando temporaneamente latte/uova provenienti esclusivamente dalle popolazioni animali in via di estinzione naturale nei sistemi estensivi) nella ristorazione collettiva e modello nazionale promosso.
- 2031-2049: CONSOLIDAMENTO VEGITALIANO.
Politiche e finanziamenti mirati per accelerare la transizione alla Dieta VegItaliana completa. Sviluppo capillare alternative a latte/uova/miele. Consolidamento culturale VegItaliana. Completamento dismissione allevamenti (fase estinzione naturale).
- Entro 2050: REALIZZAZIONE DIETA VEGITALIANA.
La Dieta VegItaliana (DVI) diventa il paradigma alimentare di riferimento nazionale, supportato da un sistema agricolo, economico, educativo e culturale completamente trasformato secondo i principi della Giustizia Verde.
CONCLUSIONE FINALE
Questa Sentenza non è mera utopia, ma prescrizione di una necessità storica ed etica non più procrastinabile. Il Tribunale Laura Girardello, agendo per mandato morale delle vittime e in nome della Giustizia Verde, ordina a tutte le componenti del sistema italiano (Istituzioni, Industria, Cultura, Educazione, Cittadini) di intraprendere senza indugio questa radicale trasformazione. Lo sradicamento del potere dominante del Carnismo e dell'Antropocentrismo che lo sottende è l'unica via per costruire un futuro di rispetto, salute, equità e coesistenza pacifica. Che questa Sentenza segni l'inizio della fine dell'orrore specista e l'alba del vegItalianesimo. Perché è proprio dalla tavola, dalle scelte quotidiane del cibo intrise di nuova consapevolezza etica, che parte la rivoluzione della coscienza capace di innescare il cambiamento radicale in tutti gli altri settori e sistemi – economici, sociali, culturali, politici – creando finalmente una società italiana degna di civiltà, senza discriminazioni, fondata sul vero benessere per tutti gli animali, umani e non, e per il nostro Bel Paese!