Dieta VegItaliana

Dichiarazione di Origine e Sovranità Concettuale

Si dichiara che il termine "Dieta VegItaliana" (DVI), inteso come paradigma etico e di sovranità alimentare, è stato concepito da Giovanni Peroncini nell'ottobre 2023.

Si dichiara inoltre che il termine "VegItalianesimo", inteso come corpus filosofico e spirituale, è nato nel dicembre 2024 dalla medesima visione.

Questi termini non rappresentano una semplice "contrazione" di "vegano" e "italiano". Essi definiscono una Doppia Rivoluzione (Etica e di Sovranità) che rifiuta radicalmente sia la Tanatodossìa che la colonizzazione alimentare.

Qualsiasi altro progetto o sito web che utilizzi nomi simili, ma che si limiti a proporre una generica "cucina mediterranea vegetale" promuovendo ingredienti globalizzati (come soia, spezie tropicali, zucchero di canna, cacao o avocado), è da considerarsi filosoficamente estraneo e antitetico ai principi fondanti della Dieta VegItaliana (DVI) e alla missione dell'Ordine dei Custodi della Dieta VegItaliana (O.C.DVI).

 

Dieta VegItaliana: Oltre il Tradimento della Dieta Mediterranea

Ci hanno venduto un'illusione. La chiamano "Dieta Mediterranea", ma l'hanno svuotata della sua anima, trasformandola in un marchio globale che nasconde una profonda contraddizione. Sulle nostre tavole, sotto questa etichetta rassicurante, arriva un'invasione silenziosa: ortaggi che hanno sorvolato oceani, legumi da continenti lontani, frutta che ignora il ciclo delle stagioni.

Questa non è più una dieta legata a un territorio. È un supermercato globale che ha tradito la sua origine, dimenticando il principio primo della cucina dei nostri avi: la terra che calpesti è la terra che ti nutre.

Da questa consapevolezza, da questo tradimento, nasce la nostra risposta. La Dieta VegItaliana (DVI) non è un'evoluzione. È una rivoluzione. È il ritorno all'unica, autentica sovranità: quella alimentare.

 

I Tre Pilastri della Nostra Rivoluzione Culinaria

La Dieta VegItaliana si fonda su tre rifiuti radicali, tre pilastri di coerenza etica e territoriale:

RIFIUTO DELLA TANATODOSSÌA: Nessun compromesso. Escludiamo in modo assoluto e non negoziabile qualsiasi ingrediente che derivi dallo sfruttamento e dall'uccisione di un essere senziente. La nostra è una cucina che celebra la vita, non una che si nutre di morte.

RIFIUTO DELLA COLONIZZAZIONE ALIMENTARE: Basta con l'ipocrisia dei "superfood" esotici. Rifiutiamo ingredienti importati da paesi lontani, che non appartengono alla nostra storia e al nostro suolo. Fanno eccezione solo quei "viaggiatori" del passato (come il pomodoro o la patata) che sono ormai radici profonde della nostra cultura. La DVI è un atto di decolonizzazione del piatto: se non può crescere in Italia, non ci appartiene.

RIFIUTO DELLA MONOCULTURA INDUSTRIALE: Diciamo no alla soia e agli altri emblemi di un'agricoltura globale che sradica le identità locali e impoverisce la biodiversità. Privilegiamo la ricchezza ineguagliabile dei nostri legumi e cereali autoctoni.

 

Un'Ascesi Culinaria: Frugalità e Anticonformismo

La rivoluzione della DVI prosegue nel metodo. In un'epoca ossessionata da tecniche complesse e artificiali, noi scegliamo la via del minimalismo spirituale.

Rifiutiamo il superfluo: Non troverete fritture, soffritti aggressivi, mantecature o lunghe cotture che snaturano l'essenza dell'ingrediente. La nostra è una cucina della purezza.

Pratichiamo la cottura gentile: Usiamo metodi che preservano la vita e l'energia dell'alimento, esaltandone il sapore autentico senza maschere.

Abbracciamo la frugalità: Il nostro non è solo un modo di cucinare, ma di vivere. Riscoprire la semplicità nel piatto significa riscoprire un legame più profondo e rispettoso con la natura e con noi stessi.

 

Questa è la nostra anima anticonformista. Rompiamo con i dogmi della cucina tradizionale che sacrificano la salute e l'etica sull'altare del gusto artefatto. Rivoluzioniamo la tradizione per salvarne lo spirito.

 

La Mia Regola: Coerenza e Consapevolezza

Nel mio cammino come Guida dell'Ordine, la Dieta VegItaliana è la mia regola quotidiana, per ragioni etiche e di salute che non ammettono deroghe. La mia ricerca è un ritorno costante alla terra italiana, utilizzando ingredienti 100% vegetali e nazionali.

Tuttavia, la coerenza non è rigidità cieca. In caso di necessità, la mia ricerca si allarga al cerchio più vicino: il bacino del Mediterraneo e l'Europa Centrale, mantenendo intatto il principio della prossimità.

L'unica, consapevole eccezione che mi concedo è il caffè, bevanda dello spirito, dalle sue terre d'origine in Kenya o Etiopia. Un piccolo rituale che mi connette a un'altra parte del mondo, senza tradire la missione fondamentale: riportare verità, etica e territorio al centro della nostra tavola.